Ciao a tutti! Questa è BRERA, una newsletter che manda un abbraccio virtuale a Mark Noble, centrocampista e capitano storico del West Ham che al 95esimo della partita contro il Manchester United è entrato in campo per calciare (e sbagliare) il rigore che avrebbe regalato il pari agli Hammers. Una scena struggente.
Un video del rigore non lo trovo, ma un video in cui si viviseziona la reaction di Ronaldo al rigore si:
Oggi inizio dicendovi che sono molto triste. Triste perchè a causa di una serie di impegni di cui non vi parlerò perchè dubito vi interessino non ho guardato tutte le partite che mi sarei voluto gustare. Poco male, questo è uno dei periodi migliori della stagione calcistica: quel fazzoletto di tempo tra una sosta nazionali e l’altra in cui ogni sera c’è qualcosa da visionare. A volte ti può andare bene e di venerdì sera ti guardi il confronto di stili tra Dionisi e Juric e a volte ti può andare benissimo e di lunedì sera ti guardi Grosso e Inzaghi battagliare per la vetta della Serie B.
Il weekend appena trascorso ha segnalato un brusco rallentamento per le romane: il primo per la Roma di Mourinho, il terzo, anche se questo meno accentuato, per la Lazio di Maurizio Sarri. Entrambe si sono incagliate contro le due squadre che nel corso della settimana hanno cambiato allenatore, confermando veritiera la tesi secondo cui un cambio in panchina, almeno nell’immediato, dà quasi sempre uno scossone positivo al gruppo. Ciò non mi esime dall’avventurarmi in un rant contro le dirigenze di Cagliari ed Hellas Verona. Caro presidente Setti, parto da lei perchè tra le due la sua è la decisione più strana (apprezzi il garbo nella scelta del termine), mi spiega il senso (dubito ci sia ma vabbè) di mandare gambe all’aria un progetto tecnico dopo 3 partite ufficiali? Dopo 270 minuti di gioco di cui 90 disputati contro l’Inter e 45 in inferiorità numerica? Dopo aver ceduto la pietra angolare della squadra a poche ore dalla fine del mercato per rimpiazzarlo con uno di livello decisamente inferiore? Premetto che come tutti riconosco gli immensi limiti, soprattutto comunicativi, palesati in questi anni da Eusebio Di Francesco, ma ciò non toglie che di questo esonero si può dir tutto tranne che sia giusto. Le tre partite di cui parlavo prima erano state anche ben giocate dagli scaligeri, protagonisti di una bella prova (anche in 10) contro il Sassuolo e di un primo tempo impeccabile contro l’Inter. Cospargendosi il capo di cenere Di Francesco aveva ammesso di aver anteposto il suo credo alle caratteristiche dei giocatori nelle precedenti esperienze, mostrandosi aperto a cambiare e ad innovare sè stesso e le sue idee. Il Verona nelle sue intenzioni doveva integrare ai principi di gioco ereditati dalla vecchia guida tecnica una costruzione dal basso più articolata, un possesso palla meno verticale e più ragionativo. A causa di una sconfitta in trasferta alla 3 giornata maturata a 10 minuti dalla fine queste ambizioni sono andate in frantumi.
Poco giustificabile anche la scelta di Giulini di esonerare Leonardo Semplici, ma meno scellerata in quanto il tecnico ex Spal - che ritengo un buonissimo allenatore - sedeva da diversi mesi sulla panchina sarda senza aver mai fatto segnalare notevoli progressi. E’ un esonero, questo, che accolgo con meno dispiacere in quanto a sostituire Leonardo Semplici è stato Walter Mazzarri, un allenatore che oltre ad essere una fonte inesauribile di meme è tra i più sottovalutati degli ultimi anni.
Restiamo in Serie A dove nel big match di giornata la Juventus (ma potrei dire il suo allenatore) è ancora convinta di poter gestire le gare a suo piacimento, accelerando e mostrandosi proattiva quando necessario e barricandosi dietro quando il vantaggio è acquisito. La gara di ieri, così come quella di Napoli, ci ha detto che questa squadra non è più in grado di reggere lunghe fasi di difesa posizionale senza commettere errori. Allo stesso modo, il livello delle avversarie rispetto ai 5 campionati vinti da Allegri si è sensibilmente alzato, quindi là dove prima una leggerezza veniva perdonata adesso ti costa punti. Pur non essendo un grande estimatore del vate livornese gli riconosco una certa capacità nel comprendere le caratteristiche del materiale umano a disposizione, e quindi immagino che lui più di me abbia capito che l’11 schierato in campo ieri non sia abbastanza maturo per interpretare le diverse sfaccettature che ogni gara ti propone. Il pomo della discordia è sempre il centrocampo, che con Rabiot e Bentancur nel ruolo di mezzeali non ti permette di riposare con il pallone, perchè entrambi se messi sotto pressione sbagliano il primo controllo o , peggio ancora, non si posizionano come dovrebbero. Questa mancanza porta la squadra a dover lasciare il pallino del gioco agli avversari, che con moooolta meno difficoltà rispetto al passato creano i presupposti per rientrare in partita. Se si vuole costruire una squadra dall’identità fluida, in grado di cambiare veste a seconda della situazione è necessario aggiungere un centrocampista con le caratteristiche, ad esempio, di Arthur, l’unico in rosa che ti permetterebbe di controllare la partita anche CON il pallone e non solo SENZA come auspica capitan Chiellini.
Le restanti partite ci hanno detto che tra un paio d’anni Guardiola dirà che giocare contro il Torino di Juric è come andare dal dentista (semicit.), che Dennis Johnsen pur schifando il gol è un giocatore molto forte e che Cedric Gondo, dopo Luca Lezzerini, è il secondo calciatore della Primavera della Fiorentina protagonista della serie Tv “Calciatori Giovani Speranze” ad esordire in Serie A.
Mi sposto in Premier e vi pongo subito una domanda: ma perchè Salah si è tolto la maglia dopo aver realizzato il gol del 2-0 in un flemmatico, e direi anche molto noioso, Liverpool-Crystal Palace? Io un’esultanza del genere la abbino a partite dal peso specifico importante: un dentro o fuori di fine marzo o, che ne so, un big match di Premier, una partita decisa all’ultimo respiro. E invece Momo ci ha voluto mostrare il suo fisico incredibilmente scultoreo in un tranquillo pomeriggio di metà settembre a conclusione di una gara dall’andamento più che banale. Strano.
Chi invece poteva festeggiare il gol togliendosi maglia, pantaloncini e tutto il resto è Martin Odegaard, che con una punizione chirurgica ha regalato il secondo successo di fila per uno a zero all’Arsenal. Un gol importantissimo in una prestazione positiva su un campo mai accomodante come quello del Burnley e che sottolinea come con l’undici tipo a disposizione i Gunners siano una squadra dal futuro intrigante. Basta guardare le cose con la giusta prospettiva: White, Tomiyasu, Lokonga, Odegaard, Saka e Martinelli ad oggi possono farti competere per la top 5? Decisamento NO! E tra un paio d’anni? Forse no, ma magari si.
La Premier ospita una delle quattro squadre che nei top 5 campionati non hanno ancora totalizzato un punto. Parliamo di Norwich, Salernitana, Getafe e Alaves (che ha disputato una partita in meno). Memore delle 4/5 partite disputate da queste squadre vi dirò chi ha più chance di salvarsi:
GETAFE 20%: Dopo aver desinato allo stesso tavolo dell’alta borghesia spagnola, il Getafe si è ritrovato negli Inferi, privo del suo allenatore-trascinatore e alle prese con i soliti problemi di creazione offensiva. L’addio di Cucurella è pesante, ma buona parte del gruppo che nel 2019 concludeva il campionato al quinto posto e nel 2020 all’ottavo è ancora lì. Il talento offensivo come sempre latita, ma il destino del Getafe è legato a doppio filo a quella solidità difensiva che, esclusa la passata stagione, è stato il suo marchio di fabbrica. Michel è già sulla graticola, vedremo se sarà lui o qualcun’altro a tentare di risollevare una squadra che flirta pericolosamente con la retrocessione.
SALERNITANA 10% con Castori, 0% con qualsiasi altro allenatore: Il futuro di questa squadra passa dalla capacità di fare “le nozze con i fichi secchi” del suo iconico mister. Le prime 3 partite avevano gettato un’ombra inquietante sulla Salernitana, ma nella sconfitta contro l’Atalanta si sono visti progressi che solo per sfortuna non si sono tramutati in punti. Domani sera all’Arechi arriva il Verona: l’imperativo è fare punti, magari 3.
NORWICH 7%: La squadra di Farke tra le quattro è quella con più talento a disposizione, ma anche quella che dà il maggiore senso di fragilità. Il gol del momentaneo 1-2 nella sconfitta casalinga contro il Watford, in cui la squadra è sfilacciata in più tronconi e nessuno sembra intenzionato a fare quello scatto in più per evitare l’irreparabile, è l’emblema di un avvio di stagione preoccupante. Come detto il potenziale c’è, ma per salvarti in un campionato come la Premier League è necessario trovare equilibrio, una chimera per il Norwich visto in queste prime settimane. Ad ogni modo, i tifosi gialloverdi potranno godersi un anno di Gilmour, Sargent e Rashica.
ALAVES 5%: L’anno scorso Calleja ha fatto un miracolo subentrando e salvando una squadra che aveva mezzo piede in Segunda Division. Quest’anno la squadra è la stessa, ma pare che l’effetto magico creatosi la scorsa primavera sia svanito. Però se John Guidetti dovesse fare 15 gol…
Bene, dato che questa newsletter sembra incentrata sul drama perchè non parlare del Barcellona?? I blaugrana sono entrati in un mondo distopico in cui il loro tridente nel giro di due anni è passato da Griezmann-Suarez-Messi a Demir-Depay-Coutinho. In altri contesti si parlerebbe di decadimento tecnico, ma il Barcellona ha riserve di talento infinite, centrocampisti brevilinei e ipertecnici che spuntano dal nulla per mantenere i culè a distanza di sicurezza dal baratro. E’ già successo con Pedri e potrebbe succedere molto presto con Demir (2003) e Gavi (2004). Quest’ultimo ieri sera ha salvato la squadra da una sconfitta casalinga contro il Granada grazie ad un pallone scodellato sulla testa di Araujo su cui c’era scritto a caratteri cubitali PUSH. Araujo ha eseguito rendendo meno amara una serata in cui lo psicodrammometro stava toccando vette mai esplorate.
Il Barcellona ha iniziato male anche in Champions League, dove invece il Real Madrid ha ottenuto una pesantissima vittoria a San Siro. Quella tra Real e Inter è stata una bella partita, ben giocata dai nerazzurri e illuminata dal duello Vinicius-Skriniar. In un pezzo uscito il giorno dopo la partita Daniele Manusia ha esaltato la prestazione difensiva del centrale slovacco, io invece voglio concentrarmi sul brasiliano. Vincius è un 2000 che da un paio d’anno siamo abituati a vedere esibirsi nella stratosfera del calcio europeo. L’ex Flamengo ha una dote innata: gestisce le velocità come nessun altro al mondo (o pochi altri dai). Accellera, decellera, accellera di nuovo con una fluidità disarmante. Ciò in cui deve migliorare è la produzione offensiva e la scelta della giocata giusta: sul primo punto i progressi sono significativi (con 5 gol nelle prime 5 partite di Liga disputate ha già stabilito il suo record di marcature), sul secondo i margini di miglioramento sono ampi. Nella sfida contro l’Inter ha raggiunto la linea di fondo svariate volte, peccando nella giocata determinante. Sembra come se le gambe vadano più veloce della testa (e ci credo), costringendolo a scelte raffazzonate.
Uno dei tanti dribbling di Vinicius potrebbe valere il riconoscimento di gestotecnicodellasettimana? Si, potrebbe. Ma c’è chi ha fatto meglio. Inizialmente avrei voluto fare il figo e premiare la rouleta zidanesca con cui Fagioli ha conquistato il rigore del potenziale 0-3 in Parma-Cremonese, ma ho deciso di attenermi al mainstream: il colpo di tacco con cui Pellegrini ha stappato il match tra Hellas e Roma è una giocata principesca. Un prodigio di coordinazione in una gara in cui la forte pioggia rendeva complesso anche il più banale dei passaggi. Pellegrini ha saputo scegliere il momento giusto nonostante il terreno abbia velocizzato il cross radente (e deviato) di Karsdorp. Un gol bellissimo, un’ennesima dimostrazione di come Pellegrini meriti la Roma e la fascia di capitano.
Questa settimana non vi do consigli, c’è davvero troppa scelta e non voglio assumermi la responsabilità di dirvi cosa vedere e cosa no. Anzi, una cosa da fare ve la consiglio: andate a vedere DUNE al cinema!
Ciao! (Di T.Henry 14 parliamo settimana prossima)